Esther Krättli
L’intervista è divisa in tre parti: la politica e le lingue – le lingue minoritarie – aspetti personali.
Nicoletta Noi ritiene che negli ultimi anni ci siano stati alcuni cambiamenti positivi rispetto alle lingue cantonali nel Gran Consiglio, sia per l’italiano che per il romancio. Per una migliore comprensione in seno al Consiglio e verso i media apprezzerebbe molto l’uso della traduzione simultanea. Ai suoi occhi è migliorata nettamente sia la consapevolezza linguistica dei membri del Gran Consiglio che la cooperazione tra le minoranze. Tuttavia, il Cantone fa ancora troppo poco per le lingue minoritarie (traduzioni, diciture, assunzioni, comunicazioni del Gran Consiglio sempre in tedesco). Contrariamente al passato, oggi la rappresentanza dell’italianità nel Consiglio è di regola omogenea.
Descrive in parte come catastrofiche le sue esperienze personali di politica indipendente di lunga data. I media spesso l’avrebbero ignorata e per una indipendente è praticamente impossibile assumere dei mandati politici. Trova la forza di esercitare i mandati nella convinzione che ogni individuo ha dei doveri ai quali non può sottrarsi.